La corte di Fresonara costituiva dote nel 951 di Adelaide di Susa, sposa in
seconde nozze dell'Imperatore Ottone I, rimandando quindi la sua fondazione ad un oscuro
periodo anteriore, anche se è possibile azzardare l'ipotesi di primi insediamenti in
epoca romana durante la costruzione della Via Emilia Scauri, il cui tracciato risulta a
tutt'oggi poco distante dal centro abitato. L'opinione di affermati storici assicura
che l'appellativo di Corte distingueva già la presenza di un villaggio comprensivo di
castello e chiesa. Un diploma, rogato a Capua il 30 settembre 981, conferma al
Monastero del San Salvatore di Pavia i beni in precedenza donati da Adelaide e da Ottone
I, e cita accanto ad altre corti Fresonara (Frisinaria, Castellum de Bosco, Felegariolo,
Basiliguciani, Pastorianum, Puzalum, ecc.) Intorno al 1100 Oberto da Rovereto
ottiene questo feudo (o forse una parte di esso) dagli Abati del Monastero di San
Salvatore, che in seguito passerà ai suoi eredi, Ottone detto Canefro e Alberto detto del
Pozzo, quest'ultimo risulta con l'appellativo di Signore di Fresonara per un terzo, in due
pergamene rispettivamente datate 1107 e 1117. Il nipote Viviano dal Pozzo, compare
accanto ai Consoli di Fresonara (Ugo Negro e Rodolfo Taffone) nell'atto stilato nel nostro
paese il giorno di S. Martino 1179 in cui si sanciva l'alleanza tra il modesto borgo di
Alessandria (Liber Crucis). Dal 1218 Arnolgo, Baudolino ed Oberto Canefri erano
consignori di Fresonara sotto l'alta signoria del Monastero Benedettino di S. Salvatore di
Pavia mentre una terza parte verrà nuovamente ceduta nel 1314 al citato cenobio. Nel 1404
il famoso capitano visconteo Facíno Cane, che si era impadronito dell'Alessandrino aveva
condotto nel paese i valorosi Domenico Trotti e Rizzo dal Pozzo, capi guelfi, i due poco
fidandosi dell'avventuriero senza scrupoli, lo abbandonarono ritornando nei loro castelli
innalzando la bandiera del Re di Francia, seguiti in ciò da altri paesi. Facino Cane
rientrò velocemente a Fresonara, la espugnò e la rase letteralmente al suolo, il paese
venne presto riedificato. Il feudo nel 1413 venne confiscato ai Dalpozzo ed a
Manfredo Beccaria, a causa dei loro demeriti, e contemporaneamente investito ad Antonio
Anfossi, la stessa investitura fu rinnovata da Francesco Sforza ai fratelli Anfossi nel
1450. Nel 1482 i nobili Matteo Anfossi e fratelli cedettero allo zio Bernardino Guasco
Signore di Bisio il feudo di Fresonara, che a sua volta alienò ai Trotti quattro delle
cinque parti dei beni posseduti e tra questi anche l'edificio che ancora oggi è
denominato "il Castello" per oltre due secoli la struttura resterà proprietà
del nobile casato. A Fresonara certamente esisteva una chiesa la cui reggenza non ci
è stato possibile appurare se fu affidata a monaci o ad un loro delegato; solo in
seguito alla istituzione delle parrochie rurali, nel IV secolo, passò al clero secolare
ed alla pievania del Bosco, circa la sua ubicazione non si ha purtroppo alcun riscontro.
Secondo il Vernetti, noto storico locale, esisteva all'intemo del circuito
murale del castello una cappella feudale, che per secoli avrebbe assolto alla funzione di
chiesa e che proprio grazie all'avvento |
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